Anche senza paranoie del genere, però, c'è un altro aspetto interessante. Pure nel più onesto degli ambienti accademici, il risultato scientifico che permette di far carriera raramente dipende in maniera esclusiva dalle conoscenze acquisite durante la formazione e dalle altre abilità di cui si parlava: sai maneggiare benissimo le più esotiche conoscenze scientifiche e al contempo essere un affabulatore matricolato e un vulcano di creatività; siccome ci troviamo in circostanze idealmente ottimali, le tue idee mirabili non si confrontano con quelle sciocche degli incompetenti, ma con quelle altrettanto geniali dei pari tuoi: all'inizio tutte le ipotesi concorrenti sembrano ragionevoli al fine di spiegare il fenomeno studiato e parimenti degne di attenzione e finanziamento, poi l'esperimento deciderà se almeno uno (o nessuno) avrà ragione. Ora, se la tua idea è quella che ri rileva corretta, perché ti si deve premiare? La tua bravura, la tua competenza, non sono state più di quelle degli altri e non puoi dire che la correttezza della tua ipotesi fosse già palese nella sua esposizione preliminare, se no non stai facendo scienza sperimentale ma speculazione aristotelico-tomistica (oppure sei un matematico). L'esperimento ti premia come il caso fa con il vincitore della lotteria: col senno di poi e solo dopo puoi dire quanto fosse chiaro che la tua ipotesi doveva essere quella giusta e se è giusta è perché sei competente e creativo, ma il senno di poi rende ovvio pure l'impossibile.
